Panoramica
Cambogia Phnom Penh, capitale della Cambogia dal XV secolo, è situata alla confluenza dei fiumi Mekong, Bassac e Tonlè Sap. Nota ai tempi del colonialismo come la “perla dell’Asia”, la città è disegnata su un tessuto urbano risalente al periodo coloniale francese o ad esso posteriore, nonostante qualche vestigia del passato sia fortunatamente sopravissuta all’incuria del tempo e della storia.
Storia della Cambogia Phnom Penh
Phnom Penh non cominciò a esistere come insediamento importante fino a dopo il periodo di Angkor, nel quale Angkor Wat e le città limitrofe avevano un ruolo predominante. Alla metà del XV secolo, il re Ponhea Yat sfuggì ad un’invasione siamese e si stabilí in una parte di quella che è ora Phnom Penh, edificando il palazzo reale. In seguito furono aggiunti degli stupa buddisti ma la città non divenne la capitale ufficiale e sede della monarchia fino al 1866 sotto re Norodom I.
Tre anni prima, comunque, la Cambogia era passata sotto la protezione della Francia e fu subito membro a tutti gli effetti dell’ Impero Francese d’Indocina, che comprendeva anche Laos e Vietnam. Sotto il completo controllo di Parigi, Phnom Penh prosperò: in precedenza, poco più di un villaggio, la città fu trasformata quando i Francesi svilupparono la parte della città che costeggia il fiume.
Malgrado le agitazioni in altre parti del paese, prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale, Cambogia Phnom Penh rimase sotto il controllo francese fino al 1953, quando il re Sihanouk negozió l’indipendenza, sull’onda del nazionalismo Khmer e tornò trionfante a Phnom Penh. Non ci volle molto prima che le cose cominciassero di nuovo a peggiorare. All’inizio degli anni settanta, Phnom Penh era un’isola di tranquillità in una Cambogia che era un mare di guerra.
Nel 1975 le forze guerrigliere dei comunisti Khmer Rossi, guidate da Pol Pot, occuparono Phnom Penh tra le acclamazioni degli abitanti. Dopo pochi giorni furono spediti in campagna mentre Phnom Penh veniva svuotata di due milioni di abitanti. Per quattro anni diventò la più desolata capitale del pianeta, eccetto che nei sui centri di tortura, come l’ S-21 e per l’elite dei Khmer Rossi che l’abitavano.
Quando i Khmer Rossi furono cacciati da Cambogia Phnom Penh, dai Vietnamiti, nel 1979, la gente tornò lentamente in una città assolutamente in rovina. Appena emerse chiara l’ampiezza e la gravità di ciò che era successo, la comunità internazionale cominciò a dare aiuti e ad assistere nella ricostruzione della città, mentre la popolazione cresceva lentamente di numero. Fu solo dopo gli accordi di pace di Parigi, nel 1991, che la completa stabilità tornò in Cambogia.
Nel 1999, la Cambogia si uní all’Organizzazione Regionale del Sud Est Asiatico, ASEAN, che contribuí a portare investimenti stranieri a Phnom Penh, iniziando così un nuovo positivo capitolo nella storia recente della città.